Marina Scognamiglio | Accumulazioni metropolitane: è un castello di tarocchi urbani

di Arianna Raimondi

Ti fermi a pensare a quante riviste hai accumulato in tutti questi anni. Chilometri di parole.
Riviste e quotidiani. Conservi tutto per una strana ossessione che non ti permette di buttare via niente. Forse è per un bisogno di certezze. Hai l’impressione di tenere tutto sotto controllo.
Le conservi tutte una stanza, le impili in torri di un equilibrio così precario, che ogni tanto crollano.
Ci trovi nascoste le tue istruzioni per l’uso, perché ricordati, “nella vita non si sa mai”.
Ogni tanto entri di colpo per sorprendere le riviste aperte a dialogare tra di loro, a fare amicizia. Immagina: un articolo di una crociera in Egitto parla con un progetto di interni. Sei evidentemente vittima delle favole che ti raccontavano da piccola dove i giocattoli prendevano vita quando tu non li guardavi. A pensarci, questa cosa ti fa sorridere.
Oggi sentiti piena di luci di luna park, buttati dentro questo mare di parole con tutto il colore che riesci a mettere dentro.
Mettiti anelli che si vedono anche al buio, mangia inchiostri di banane, fragole e menta.
Senti l’odore insolito di the verde, curry e semi di papavero blu spolverati come cipria su un piatto di alluminio.
Anche se sai che le strutture dei tuoi racconti fanno un po’ ridere, sii categorica con te stessa e imponiti: “Adesso esco”.
“Sei qui” dice la bandierina rossa sul tuo telefono.
Non si sa mai… forse il mondo è tuo.

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