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Domenica 15 luglio 2018 Donna Bianca riapre e inaugura i suoi spazi con ben sei mostre personali. Questanno gli artisti invitati – Luca Coclite, Chantal Criniti, Federica Francesconi, Debora Garritani, Emanuele Puzziello e Fabrizio Segaricci esporranno, nelle sale suggestive e cariche di storia di Palazzo Coluccia a Specchia, i risultati della loro ultima produzione spaziando dalla pittura alla fotografia, dalla performance al video, offrendo così uno sguardo ad ampio raggio sulla giovane arte italiana.

Sono sei gli artisti, invitati da Donato Viglione e Arianna Beretta, che da luglio a settembre 2018 abiteranno con il loro lavoro le stanze e negli spazi un tempo cuore della produzione agricola di Palazzo Coluccia, oggi b&b Donna Bianca. Non solo pittura ma anche fotografia, video, installazioni e performance per un appuntamento con l’arte contemporanea che è diventato, nel giro di pochissimi anni, un evento atteso che va ad arricchire l’offerta culturale e artistica del territorio salentino.

Luca Coclite attraverso il suo progetto videoinstallativo, Superflora, monospecifico mediterraneo, curato da Laura Perrone e allestito nella ex Rimessa del trattore, indaga i nuovi paradigmi tra elementi naturali e artificiali del paesaggio tecnologico e iperconnesso nel quale viviamo; riflette sugli aspetti socio politici di una botanica futurista immaginaria, dove le contraddizioni intrinseche tra il declino ambientale e il processo tecnologico emergono fortemente. Il concetto di monospecifico mediterraneo si riferisce al mescolamento del mondo organico-sintetico; è la sintesi distopica tra natura e artificio dal quale scaturisce una nuova specie, standardizzata, che va incontro ad un processo inverso al fenomeno della mimesi dell’uomo con la natura.

Chantal Criniti allestisce la mostra Essenzialità domestica nella ex Casa del Fattore. La sua pittura, basata su un linguaggio semplificato e asciutto, in cui lo sfondo sempre bianco si accompagna a forme essenziali e a colori primari, indaga lo sguardo attraverso cui ogni forma assume un significato. Una pittura silente e potente allo stesso tempo si confronta con ambiente storico di Palazzo Coluccia che vedrà un allestimento intimo ma di grande impatto.

Federica Francesconi nella sala che dà sull’agrumeto, il 15 luglio alle ore 20, realizzerà una performance dal titolo Tomba del mio meglio in cui lo spettatore verrà coinvolto in una esperienza olfattiva e visiva unica. Al termine della performance, e per tutta la durata delle mostre, nella sala sarà possibile ammirare le piccole sculture di Francesconi realizzate con essenze e materiali organici e naturali che riprendono l’idea forte e la poetica della giovane artista bresciana.

Debora Garritani presenta i risultati della sua nuova ricerca con la mostra Nihil sub sole novum che parte una riflessione sul tema della Vanitas, affrontato in una doppia accezione: quella originaria della evanescenza delle cose terrene e della precarietà dell’esistenza umana, che si traduce in invito a cogliere e vivere pienamente la vita e il presente, e nell’accezione più contemporanea che fa riferimento ad una società sempre più effimera e legata all’apparire piuttosto che all’essere, caratterizzata dalla precarietà, dalla fragilità dei rapporti umani sempre più legati all’immaterialità della tecnologia. Negli spazi suggestivi dell’ex granaio, le fotografie di Garritani rimandano all’iconografia della pittura rinascimentale con contaminazioni contemporanee come il formato quadrato tipico dei social.

Emanuele Puzziello scandaglia un universo immaginario fatto di ambientazioni evocative e sospese, abitate da spiriti o visioni. La sua pittura ricerca il meraviglioso, lo stupore infantile di fronte al mondo, lo straripamento del paradosso e l’allucinazione, come fonti dalle quali è possibile recuperare il personale, piccolo tesoro di ognuno. La sua mostra, Imaginary boys, allestita nella sala di ingresso dell’ex stabilimento agricolo destinata all’essicazione del tabacco e alla produzione olearia, pone lo spettatore di fronte a strane presenze dalle fattezze di adolescenti e bambini, impegnati in misteriosi dialoghi muti, o semplicemente immersi nella natura, come in un sogno dalle tinte psichedeliche e suggestive, si aggirano in scorci di post-paesaggi dai toni vividi e allucinati.

Fabrizio Segaricci trasforma la grande sala dell’ex deposito agricolo, oscurandola e allestendo una serie di light box e di una grande installazione video. Una illusione necessaria è un progetto che nasce in seguito al ritrovamento di alcune pellicole da 16 mm datate 1968. Si tratta di vecchi filmati di montaggio diffusi dal P.C.I. nei quali venivano raccontate le condizioni operaie nell’Italia del boom economico. A distanza di mezzo secolo, il progetto intende aprire delle riflessioni su come sia cambiato e dove sia finito il rapporto che lega le persone al mondo del lavoro. I visitatori saranno chiamati ad osservare i frammenti di pellicola con l’ausilio di una lente di ingrandimento; un invito allo sguardo collettivo di quell’Italia che non c’è più. Una ricerca nella memoria delle nostre radici operaie.

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Questi i protagonisti di nagla 2018, parola léttone che significa “chiodo”, come i chiodi necessari a fissare le opere sulle pareti, ma soprattutto come le centinaia di chiodi che tempestano muri e volte, usati un tempo per l’essicazione del tabacco. Un passaggio fra passato, presente e futuro, una mutazione di funzionalità di un semplice, appuntito, strumento.

La rassegna nagla – contemporary arts farm vede la luce nel 2017; già dal 2012 le due sale principali dell’ex stabilimento agricolo, rese agibili e sgomberate dopo decenni di abbandono, erano state destinate a progetti espositivi d’arte contemporanea. Con la riapertura, a giugno 2017, di ulteriori spazi, come il granaio, la rimessa del trattore e la casa del fattore, nasce il progetto nagla – contemporary arts farm con l’obiettivo di coinvolgere contemporaneamente più artisti, ciascuno col proprio percorso, ciascuno a ri-dare nuova e diversa vita ad ognuna delle sale che un tempo erano fulcro e motore di una grande azienda agricola e delle esistenze che attorno ad essa ruotavano. Come anni fa i lavoratori della terra erano il brulichìo di vita e sudore che si muoveva fra le pareti del tabacchificio, del frantoio, del granaio, così ora sei artisti portano su quelle stesse pareti il “raccolto” della loro ricerca, il frutto maturo del loro campo.

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Luca Coclite (Gagliano del Capo, LE, 1981) – La sua ricerca consiste nell’analisi dell’immagine contemporanea legata al paesaggio e all’architettura, come terreno sul quale indagare i diversi fattori e contesti sociologici che ne scaturiscono. Dal 2006 è attivo come artista e videomaker, ha partecipato a diversi programmi di residenza nazionali e internazionali tra cui all’Experimental Intermedia di New York, grazie alla borsa di studio di NCTM e L’Arte. È impegnato in diversi progetti artistici e curatoriali come Ramdom, per il quale è artistic project curator dal 2010, e il progetto Casa a Mare. Attualmente collabora con Lastation ed è docente di video presso Spazio Labò a Bologna.

Chantal Criniti (Luino,1989) – Vive e lavora a Milano dove nel 2017 si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera

Federica Francesconi (Brescia, 1994) – Nel 2017 si è diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con il massimo dei voti; ha collaborato con Christiane Löhr per la sua personale alla Galleria Tucci Russo di Torino. Ha lavorato per Adrian Piper (Biennale d’Arte di Venezia 2015) e per Maria Eichhorn.

Debora Garritani (Crotone, 1983) – Nel 2012 si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora a Milano. Nel 2014 è tra i finalisti del Premio Cairo. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali tra cui si segnalano: (2017) Ver Sacrum, Studio d’Arte Cannaviello, Milano, (2014) Il giorno dopo, Twenty14 Contemporary, Milano, (2014) Debora Garritani solo show, Interno 18 Gallery, Cremona, (2014) Dove finisce l’arcobaleno, Studio d’Arte Cannaviello, Milano, (2013) What remains, a cura di M. Adamuccio, Spazio Orlandi, Milano.

Emanuele Puzziello (Lecce, 1982). Ha partecipato a numerose collettive e eventi fra i quali: NoPlace 4 a Santo Stefano di Magra, Un Dimanche à la Campagne, Nova Milanese; Shapes, Milano; 2000 Maniacs – The Big Istant Painting Show, Art Verona, a cura di Lorenza Boisi e Andrea Bruciati e Sto*Disegnando/Rysuję!!!, Varsavia. È stato finalista in diversi Premi, fra i quali, nel 2016: Premio Combat Prize, Premio We Art International.

Fabrizio Segaricci (Magione, 1969) – Nel suo lavoro utilizza fotografia, installazione e video e si concentra su questioni sociali e storiche. Dal 2004 a oggi ha esposto in numerose mostre personali e collettive e in Italia e all’estero in spazi pubblici e privati (Milano, Roma, Torino, Madrid, Detroit, Rio Grande do Sul – Brasile).

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