Verena Princi | Crepa! * Una riflessione sull’anima

INTERVISTE BILATERALI

Verena-Giuseppe “Intervista relativa al Cuscino”

Spiega come mai hai realizzato questo cuscino.

Il cuscino l’ho realizzato circa 10 anni fa, per riempire uno spazio vuoto con un elemento dalla consistenza deformabile che risultasse comodo… Non avendo cuscini veri e propri a disposizione, ho deciso di riempire una federa con qualcosa di soffice, di cui disponevo in abbondanza. In questo modo ottimizzai lo spazio a mia disposizione, semplicemente racchiudendo in un “contenitore” tanti elementi disomogenei tra loro, che avessero in comune una caratteristica fondamentale per il mio scopo. Il cuscino è rimasto “sepolto” per tutti questi anni accanto ad un puff, del quale voleva essere un’estensione. E’ stato riportato alla luce all’inizio del 2012, a causa di alcune modifiche nella disposizione degli arredi nella stanza… e da quel giorno ha vagato ora in un angolo, ora in un altro, trovando la sua sistemazione definitiva sul divano-letto.

Ti sei divertito a realizzarlo?

La realizzazione di questo oggetto non aveva nessun’altra valenza particolare, ma è nata per un puro fattore pratico.

Serve a qualcosa?

Diciamo che ha la stessa funzione di un qualunque altro cuscino..

E‘ comodo? Lo usi? Ti piace?

In certi casi risulta più comodo di altri semplici cuscini, proprio grazie alla sua composizione interna, che ne impedisce l’appiattimento. Essendo un’aggregato di elementi tuttavia disomogenei, la sensazione di piacere cambia a seconda della posizione e del verso del cuscino.

Tu lo compreresti?

Anche se si trovasse in commercio non credo lo comprerei, perchè sarei comunque all’oscuro riguardo alla sua composizione interna.
… ma in commercio sarebbe dichiarata. E perchè uno dovrebbe comprare un cuscino fatto così? Gli “elementi” di cui è costituito li compri per la loro estetica e specifica sofficità… che senso avrebbe produrli per chiuderli in un cuscino? certo potrebbero aver una doppia valenza… Compri un cuscino pieno dei suddetti elementi…. e … o lo usi come cuscino oppure tiri fuori le entità che lo compongono… ma se son brutte…. tanto fa lasciarle nel cuscino! O potrebbero essere così belle, da volerle lasciare nel cuscino per godere a pieno della loro morbidezza, preservandole dagli agenti esterni che potrebbero deteriorarle… Quindi si crea un ulteriore dubbio! Gli elementi nel cuscino son brutti o talmente belli da volerli proteggere dal mondo esterno?

Perchè mi hai mostrato il cuscino?

Indubbiamente per stupirti, essendo una cosa inusuale! Una cosa inusuale che però ormai fa parte della normalità, nella mia vita di tutti i giorni.

“Intervista relativa al Peluche sottovuoto di nome Nebbia”

Parlami di Nebbia.

Nebbia è un cane san bernardo di peluche che io personalmente scelsi in un negozio di giocattoli all’età di 1 anno o poco più. Per confermare la mia scelta, letteralmente mi ci gettai sopra. Era il mio peluche preferito per molti anni della mia infanzia, soprattutto perchè avevo
la possibilità di abbracciarlo e di usarlo come fosse una specie di cuscino.
Nel corso degli anni ha perso la sua lingua di feltro, consumatasi poco alla volta… ed è stato sottoposto ad una ricostruzione del naso e degli occhi, oltre che a diverse ricuciture.

Come mai non lo hai buttato via?


eh, ormai era uno di famiglia. Non lo avremmo mai buttato! Tuttavia, crescendo, mio fratello ed io, gli abbiam dato sempre meno importanza, relegandolo infine a vagare tra le cose messe in disparte, quelle che son lì e semplicemente occupano posto rischiando di impolverarsi e basta. Dapprima pensai di lasciarlo dov’era, ma opportunamente infilato in un grande sacco di nylon, affinché la polvere non lo potesse raggiungere. Poi inventarono i sacchi sottovuoto! E benché questa operazione mi sembrasse quasi una violenza nei suoi confronti, giunsi alla sofferta conclusione che fosse un buon espediente per conservarlo. Ora, portato alle sue dimensioni essenziali, riposa nel mio armadio, al sicuro da tutto, un po’ come Han Solo nella graffite. A pensarci bene… perchè non ho fatto diventar anche Nebbia un cuscino? Mah!

Lo venderesti?

Ora obbiettivamente non avrei motivo di darlo via o venderlo, visto l’esiguo spazio da lui occupato.

Se non ci fosse cambierebbe qualcosa?

E’ un po’ come un cimelio da conservare. Un collegamento a quel passato da bambino dove apparentemente tutto andava bene. Ammetto che mi dispiacerebbe buttarlo! Pensarlo in mezzo alle immondizie è un’immagine raccapricciante!

E se lo vendessi ne sentiresti la mancanza?


Lo cederei soltanto a chi fosse disposto a trattarlo con la cura che merita un cane di peluche vecchio come lui.

Saresti contento se qualcuno te lo rubasse?


Se me lo rubassero, anche se non ne vedo il motivo, certamente ci resterei male, principalmente ipotizzando una sua tragica fine.

Conclusioni:

Che senso ha secondo te esporre questi oggetti, hanno qualcosa da dire?

Potrei farti la stessa domanda… “secondo te che senso ha esporli?” Beh, certo, tutti gli oggetti hanno una loro storia… e a differenza di altre opere, costruite appositamente per stupire o per esser esposte, questi oggetti sono nati per caso. Quindi proprio per questo meritano di essere esposti, per dimostrare che anche il caso è un artista di per sè! E così come il caso ha creato questi oggetti, così dà forma alle nostre vite.

Posso bruciarli?

Preferirei non li bruciassi…

Giuseppe-Verena

Puoi spiegarne il significato del titolo dato al tuo progetto?

E’ una risposta che mi è stata data dalla stanza presa in esame : Come a dire che fino a che siamo vivi possiamo solo farci infinite domande ma se vogliamo veramente sapere come è fatta l’anima l’unico modo è oltrepassare il nostro corpo attraverso la sua materialità, l’unico modo è essere solo anima.

In cosa consiste il tuo progetto a livello espositivo? Quale messaggio vuoi trasmettere?

E’ una meditazione spirituale, un percorso rivolto all’ascolto, il mio è un’orecchio teso verso ciò che gli oggetti presi in esame raccontano.
Il messaggio non lo trasmetto in prima persona, io sono solo il tramite, il medium attraverso
cui gli oggetti parlano, uno strumento, sono io l’oggetto da animare.

Secondo te è importante che i visitatori possano interagire con le opere esposte? Saresti curiosa di conoscere le loro reazioni e sensazioni, una volta immersi nella realtà che tu hai creato?

I visitatori devono essere liberi di interagire o meno, il mio lavoro è aperto a qualsiasi reazione del pubblico, su questo piano la curiosità non è possibile dato che tutto è virtualità.

Nel tuo progetto c’è una ricerca di forme d’arte create dalla casualità. Questa ricerca quindi può essere essa stessa una forma d’arte?

Si.

Secondo te gli oggetti possono avere un’anima? Chi li crea, può infondere in essi parte della propria anima? E se a crearli fosse stata la natura o il caso stesso, senza l’intervento dell’uomo?

Si gli oggetti hanno sempre qualcosa da dire, questo vale anche nel caso in cui fossero stati creati dalla natura.

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